jueves, 28 de marzo de 2024
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L’amicizia tra Giovanni Paolo II e Benedetto XVI

Redazione (Sabato, 22-03-2019, Gaudium Press) Giovanni Paolo II e Joseph Raztiger si conobbero per la prima volta, durante il conclave del 1978. All’epoca, entrambi erano cardinali e tra i due nacque subito una simpatia e stima.

Joseph Raztiger in merito a quel primo incontro con Karol Wojtyla, durante un’intervista fattagli da una televisione polacca nel 2005 dirà: «immeritatamente, il cardinale di quel tempo mi ha donato fin dall’inizio la sua amicizia. Sono grato per questa fiducia che mi ha donato, senza miei meriti. Soprattutto, vedendolo pregare, ho visto e non solo, ho capito che era un uomo di Dio».

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Per Benedetto XVI quella con Giovanni Paolo II fu un’amicizia dettata proprio dal cuore, dirà anche: «Lui mi aiuta ad essere vicino al Signore, e io cerco di entrare nella sua atmosfera di preghiera».

La stima da parte di Benedetto XVI per Karol Wojtyla, lo dimostra anche il fatto dell’accelerazione per ciò che riguardava la sua beatificazione, non si trattava di certo di un atto dovuto, sappiamo bene che Benedetto XVI, è stato un grande osservatore del protocollo ma aver fatto una variazione degli atti canonici per accelerare i tempi di beatificazione di Giovanni Paolo II, non deve essere stata una scelta semplice.

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Papa Wojtyla è diventato Beato prima dei tempi previsti dalla Chiesa, grazie anche al suo amico e successore Joseph, che nell’omelia della Messa di Beatificazione, concludeva così: «Vorrei infine rendere grazie a Dio anche per la personale esperienza che mi ha concesso, di collaborare a lungo con il beato Papa Giovanni Paolo II. Già prima avevo avuto modo di conoscerlo e di stimarlo, ma dal 1982, quando mi chiamò a Roma come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, per 23 anni ho potuto stargli vicino e venerare sempre più la sua persona.

Il mio servizio è stato sostenuto dalla sua profondità spirituale, dalla ricchezza delle sue intuizioni. L’esempio della sua preghiera mi ha sempre colpito ed edificato: egli si immergeva nell’incontro con Dio, pur in mezzo alle molteplici incombenze del suo ministero. E poi la sua testimonianza nella sofferenza: il Signore lo ha spogliato pian piano di tutto, ma egli è rimasto sempre una «roccia», come Cristo lo ha voluto. […] Così egli ha realizzato in modo straordinario la vocazione di ogni sacerdote e vescovo: diventare un tutt’uno con quel Gesù, che quotidianamente riceve e offre nella Chiesa».

Crediamo fermamente che la loro amicizia continui ancora e che San Giovanni Paolo II preghi in maniera particolare dal cielo per il Papa emerito Benedetto XVI. (Rita Sberna)

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