Redazione (Giovedì, 25-04-2019, Gaudium Press) La festa di San Paolo VI, il 29 maggio è una memoria facoltativa, lo ha stabilito Papa Francesco che ha ritenuto opportuno ricordare questo straordinario Papa santo, per le sue virtù e le sue opere di santità che in terra ha dimostrato di fare nei confronti della Chiesa cattolica.
Il testo del decreto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti datato 25 gennaio 2019, festa della Conversione di S. Paolo, apostolo, riporta: «Questa nuova memoria dovrà essere inserita in tutti i Calendari e Libri liturgici per la celebrazione della Messa e della Liturgia delle Ore; i testi liturgici da adottare, allegati al presente decreto, devono essere tradotti, approvati e, dopo la conferma di questo Dicastero, pubblicati a cura delle Conferenze Episcopali». Tale decreto ripercorre la vita, l’opera ed il magistero di Papa Paolo VI.
La data del 29 maggio non è stata scelta a caso, è proprio il 29 maggio che Paolo VI venne ordinato presbitero nel 1920, mentre il 6 agosto (il giorno della sua nascita al cielo) ricorre la Trasfigurazione del Signore.
Nel 1931, già da sacerdote aveva iniziato il suo servizio per la Santa Sede, all’epoca già scriveva questo «avrò la Chiesa madre di carità».
Papa Paolo VI sia prima che dopo essere diventato Papa, ha vissuto guardando costantemente a Cristo e lo aveva mostrato con la sua prima Lettera pastorale da arcivescovo di Milano intitolata, con espressione di sant’Ambrogio: Omnia nobis est Christus.
Il card. Sarah in occasione di questo decreto, ricorda alcuni passaggi della vita di questo santo straordinario, tra i tanti, racconta il fatto che Paolo VI era affascinato dalla figura di San Paolo e quando venne a sapere che doveva essere il successore di Pietro, si mise subito al servizio del Vangelo di Cristo. E’ stato un pontefice che ha difeso la vita umana, la pace e il progresso dell’umanità. Si è molto ispirato al Concilio, mettendo in pratica i principi normativi.
Nell’ottobre del 1989, gli fu eretto un monumento nel duomo di Milano, il card. Sarah conclude dicendo «Paolo VI se l’è costruito con la sua testimonianza, con le opere, con i viaggi apostolici, con il suo ecumenismo, con il lavoro per la Nova Vulgata, con il rinnovamento liturgico e con i suoi molteplici insegnamenti ed esempi, mostrando così il volto di Cristo, la missione della Chiesa, la vocazione dell’uomo moderno e conciliando il pensiero cristiano con le esigenze dell’ora difficile nella quale ha dovuto guidare, soffrendo molto, la Chiesa». (Rita Sberna)
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