Roma (Venerdì, 26-07-2019, Gaudium Press) Lo scorso 9 giugno è stata inaugurata una cappella eucaristica presso il santuario del Divino Amore, a presiedere la celebrazione è stato il cardinale Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma, che ha guidato anche la processione eucaristica del Santissimo Sacramento dal nuovo santuario – dove fino ad ora si trovava la cappella per l’adorazione.
La cappella è collocata in prossimità della torre del primo miracolo avvenuto nel lontano 1740. Il santuario è stato costruito cinque anni dopo come ex voto e nel 1750 è stato consacrato al Divino Amore.
Don Fernando Altieri, rettore del Santuario del Divino Amore durante l’inaugurazione ha spiegato «A 75 anni dalla liberazione di Roma, durante il secondo conflitto mondiale, per intercessione della Madonna e nel ventesimo anniversario dalla costruzione del nuovo santuario si realizza un progetto che viene da lontano». Già don Umberto Terenzi, primo rettore e parroco del santuario mariano, «individuava nel borgo antico il centro della spiritualità di questo luogo di devozione e preghiera e nella porticina del tabernacolo del primo santuario è proprio il cuore di Gesù ad essere raffigurato: il centro e il senso della fede». D’ora in poi il pellegrino che, superata la torre con l’effige miracolosa di Maria, raggiungerà la piazzetta su cui sorge l’antico santuario, «potrà vedere già dall’esterno l’ostensorio custodito nella cappella e incastonato in una nuvola di marmo di Carrara che è pregiata opera scultorea dell’artista Gino Giannetti, proprio accanto ai confessionali destinati al sacramento della riconciliazione».
Storia del santuario del Divino Amore
Il Santuario del Divino Amore è posizionato in località Castel di Leva tra la via Ardeatina e la via Appia Antica. La storia del santuario non è legata ad un’apparizione della Madonna ma ad un’antica immagine della Vergine Maria in trono con in braccio Gesù Bambino, sovrasti entrambi dalla colomba dello Spirito Santo.
Il dipinto era posto su una delle torri di cinta di un antico castello, il castello dei Leoni.
Dal 1081 quella terra era appartenuta all’Abbazia di San Paolo, poi nel tempo la proprietà passò alla chiesa di Santa Sabina e nel 1295 alla famiglia dei Savelli.
Successivamente fu eseguito il dipinto della Madonna, che in attesa di compiere il primo miracolo – come sottolineano i versi di un poeta dialettale – «stette lì, sola soletta, pe’ tre secoli bòni, allo scoperto».
I pastori, la sera si riunivano davanti a quel dipinto per recitare il rosario.
Nel 1740 avvenne un miracolo: un viandante, diretto a San Pietro si smarrisce proprio in quelle terre nei pressi di Castel di Leva.
Mentre stava per fare ingresso nel castello, viene assalito da un gruppo di cani rabbiosi, il viandante impaurito alza lo sguardo e si accorge che sulla torre c’è un’immagine sacra. È la Vergine con il Bambino, sovrastata dalla colomba dello Spirito Santo, che è il Divino Amore. Come un naufrago che si aggrappa alla sua scialuppa, con tutta la forza di cui è capace, urla: «Madonna mia, grazia!».
È un attimo. Le bestie, che ormai gli sono addosso, di colpo si fermano. Sembra quasi che obbediscano mansuete ad un ordine misterioso.
Da allora accorrono migliaia di pellegrini devoti che ricevono numerose grazie. (Rita Sberna)
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