martes, 19 de marzo de 2024
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Suor Angela: da artigiana a suora

Redazione (Domenica, 18-08-2019, Gaudium Press) Lo scorso 29 giugno nella chiesa del Sacro Cuore di Mola di Bari, è stata ospitata la professione solenne di una religiosa: Suor Angela Benedetta Terriaca, a consacrarla è stato l’Arcivescovo Francesco Cacucci.

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Nel Monastero della clarisse di Mola, l’ultima consacrazione è avvenuta nel 2000 ma con l’investitura di Angela, si ripete nuovamente tutto ciò, dopo ben 19 anni.

La storia

Angela Benedetta Terriaca, prima di entrare nell’ordine delle Sorelle Povere del Monastero di Santa Chiara di Mola, era un’artigiana.

La donna è una giovane artista di origini molisane, che ha decorato gran parte dei ceri pasquali delle parrocchie dell’Arcidiocesi di Bari-Bitonto. Angela era arrivata 10 anni fa in Puglia.

La Gazzetta del Mezzogiorno riporta le parole di quella che ormai è Suor Angela: «Ero fidanzata e proprio quando siamo arrivati al punto che dovevamo sposarci sono andata in crisi perché non ero convinta che era quello che desideravo in fondo. La prima cosa che ho fatto è stata quella di voler capire meglio che cosa desiderassi e il Signore mi ha fatto incontrare don Enzo un sacerdote straordinario del mio paese con il quale ho intrapreso un cammino di conoscenza di me stessa».

«Nella scelta mi ha aiutato tantissimo il poter dire tutto quello che avevo dentro, i miei desideri più profondi, che avevo tenuto nascosti perché non coincidevano con quelli dei miei genitori».

Mamma e papà infatti, non hanno mai gradito quella scelta. «Male. Sono otto anni che sono in monastero e non sono mai venuti a trovarmi nè verranno alla cerimonia della mia professione solenne, dove saranno presenti invece mia sorella, mio cognato e i miei due nipotini. I miei genitori, ora ottantenni, non riescono proprio ad accettare la mia scelta».

L’incontro con Gesù

Alla Gazzetta del Mezzogiorno la suora, racconta il suo incontro con quel volto, il volto di Gesù: Eppure la scelta di diventare suora non è un tabù. «Prima di tutto perché incontra una persona. Io ho incontrato un volto, Gesù Cristo, e da quel momento la mia vita è cambiata. Prima nulla per me aveva un senso. Ora invece mi sento pienamente realizzata con questa modalità di vita».

«Una vita normale nella quale ti accorgi che ogni giorno sei chiamata ad uscire da te stessa e devi andare incontro all’altro. Nello specifico del nostro monastero di Mola, qui ogni giorno bussano tantissimi poveri e con loro cerchiamo di condividere quello che abbiamo, quello che riceviamo lo ridoniamo a loro». (Rita Sberna)

 

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