Roma (Giovedì, 29-08-2019, Gaudium Press) Padre Francesco Trebisonda è il nuovo correttore della provincia Monastica di San Francesco di Paola ed è anche il Rettore della Basilica di Sant’Andrea delle Fratte di Roma.
La provincia comprende la Puglia, la Calabria e il Messico.
Padre Francesco è originario di Corigliano Calabro, è stato ordinato sacerdote il 6 dicembre 2008. Nel 2013 è stato nominato amministratore parrocchiale della parrocchia di Sant’Andrea delle Fratte di Roma dove poi ne è diventato anche il Rettore.
Padre Trebisonda ha preso il posto di padre Antonio Bottino che ha guidato l’ordine provinciale, come vicario, dopo l’elezione di correttore generale di minimi di padre Gregorio Colatorti. Insieme a lui sono stati chiamati a guidare la provincia Monastica, padre Gaetano Nicolaci, padre Franco Lenti e padre Francesco di Turi.
L’Ordine dei Minimi ha come frutto una vita gioiosa e penitente, lo stile di vita di San Francesco di Paola che grazie a questo attrasse a sé, quanti volevano seguire Dio nella semplicità del proprio cuore.
San Francesco di Paola è il santo protettore dei marittimi e della Calabria, ha voluto chiamare i suoi frati «Minimi» ovvero «ultimi» perché come dice la Regola, da ultimi siano testimonianza e di servizio alla Chiesa per la costruzione del Regno di Dio.
Attraverso i voti, i frati Minimi, vivono la pienezza della loro consacrazione, imitando Cristo per mezzo della Penitenza. San Francesco di Paola voleva esortare i suoi frati a fare frutti degni di penitenza, sotto i voti di povertà, di castità, di obbedienza e di vita quaresimale».
I Minimi ormai sono presenti nei conventi di tutto il mondo.
(Dalle « Lettere » di san Francesco da Paola) Convertitevi con cuore sincero
«Il nostro Signore Gesù Cristo, che dà a tutti la giusta ricompensa, vi renda merito delle vostre fatiche. Guardatevi da ogni male, fuggite i pericoli, in qualunque luogo abbiate a recarvi o a dimorare. Noi, con tutti i nostri fratelli, benché siamo indegni, pregheremo sempre l’eterno Dio Padre e il Figlio suo Gesù Cristo e la gloriosa sua madre, la Vergine Maria, che vi aiutino sempre e vi guidino alla salvezza dell’anima e del corpo, e vi facciano progredire di bene in meglio fino alla fine.
D’altra parte, fratelli, vi esorto e vi prego, quanto posso, di esser prudenti e diligenti circa la salvezza dell’anima vostra, pensando che la morte è sicura per tutti, che la vita è breve e altro non è che fumo che presto svanisce.
Ricordatevi della passione del nostro Signore e Salvatore e pensate quanto infinito fu quell’ardore che discese dal cielo in terra per salvarci, che per noi soffrì tanti tormenti e subì la fame, il freddo, la sete, il caldo e ogni umana sofferenza, nulla rifiutando per amor nostro e dando esempio di perfetta pazienza e di perfetto amore. Siamo dunque tutti pazienti nelle nostre avversità e sopportiamole con amore, pensando che Gesù Cristo nostro Signore soffrì tanti affanni e tribolazioni per gli altri.
Deponete dunque ogni odio e ogni inimicizia, guardatevi diligentemente dalle parole più aspre e, se ne uscissero dalla vostra bocca, non vi rincresca trarne il rimedio dalla stessa bocca da cui vennero inferte quelle ferite. E così perdonatevi a vicenda e poi non pensate più all’ingiuria arrecatavi. Il ricordo della malvagità è infatti ingiuria, colmo di follia, custodia del peccato, odio della giustizia, freccia rugginosa, veleno dell’anima, dispersione della virtù, tarlo della mente, confusione dell’orazione, lacerazione delle preghiere fatte a Dio, abbandono della carità, chiodo infisso nelle nostre anime, peccato che non viene mai meno e morte quotidiana.
Amate la pace, perché è molto meglio di qualsiasi tesoro che i popoli possano avere. Sappiate certo che i nostri peccati muovono Dio all’ira. Per questo correggetevi e pentitevi dei vostri peccati passati, poiché Dio vi aspetta a braccia aperte. Ciò che nascondiamo al mondo, non si può nascondere a Dio: convertitevi sinceramente. Vivete in tal modo da ricevere la benedizione del Signore e la pace del Dio nostro Padre sia sempre con voi.» (Rita Sberna)
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