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La devozione alla Madonna del Rosario di Pompei

Redazione (Giovedì, 10-10-2019, Gaudium Press) L’8 maggio e il 7 ottobre si festeggia la Madonna di Pompei e la si onora con la recita della Supplica solenne. Il culto risale al XIII secolo, all’epoca dell’istituzione dei domenicani e furono proprio loro a fare la propagazione.

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Alla Vergine del Rosario di Pompei venne attribuita anche la vittoria della flotta cristiana sui turchi musulmani, avvenuta a Lepanto nel 1571.

Papa Pio V (1504-1572), a seguito di ciò, istituì nel 1572, la festa del Santo Rosario, alla prima domenica di ottobre ma nel 1913 è stata spostata il 7 ottobre. Dopo le apparizioni di Lourdes del 1858, il culto per il rosario ebbe una maggiore diffusione, fu proprio la Vergine a raccomandarne la pratica.

Il vero apostolato della devozione al rosario e alla Madonna di Pompei avvenne con la conversione dell’anticlericale Bartolo Longo.

Bartolo nasce in Puglia il 10 febbraio 1841. Era un esuberante tantè che da giovane si dedicava al ballo, alla musica, allo scherma e fece gli studi privati alle scuole superiori di Lecce.

Nel 1863, dopo l’Unità d’Italia, s’iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza nell’Università di Napoli. Proprio in quegli anni divenne un anticlericale era contro la Chiesa e il Papa.

Venne attratto dallo spiritismo che andava molto di moda a Napoli e così cominciò a praticare riti e magia.

La svolta arrivò a seguito di una notte di incubi. Si rivolse all’amico di sempre il Prof. Vincenzo Pepe, un uomo molto religioso che lo indirizzò alla direzione spirituale di Padre Radente appartenente all’ordine dei domenicani. Il sacerdote, poco dopo, riuscì a fare aggregare Bartolo Longo al Terz’Ordine di San Domenico.

Nel 1864, Bartolo si laureò in giurisprudenza e una volta tornato al suo paese natìo abbandonò la professione di avvocato e si dedicò alle opere assistenziali, facendo anche voto di castità.

Tornò successivamente a Napoli dove conobbe il futuro beato Ludovico da Casoria e la futura santa Caterina Volpicelli.

A suo tempo, il venerabile Emanuele Ribera redentorista gli aveva preannunciato una probabile alta missione da compiere per la cristianità.

Nel 1864 Bartolo conobbe la contessa Marianna Farnararo De Fusco che una volta rimasta vedova, a 27 anni con cinque figli, gli propose di diventare un amministratore dei beni della famiglia De Fusco.

Quest’amicizia diede il via a parecchie maldicenze, così dopo un’udienza di Papa Leone XIII, i due decisero di sposarsi, e di vivere come fratello e sorella.

Una suora Maria Concetta de Litala, gli regalò una vecchia tela raffigurante la Madonna del Rosario, molto rovinata; restauratala alla meglio, Bartolo Longo decise di portarla nella Valle di Pompei e lui stesso racconta, che nel tratto finale, poggiò il quadro per trasportarlo, su un carro.

Il 13 febbraio 1876, il quadro venne esposto nella piccola chiesetta parrocchiale, da quel giorno la Madonna elargì con abbondanza grazie e miracoli; la folla di pellegrini e devoti aumentò a tal punto che si rendeva necessario costruire una chiesa più grande.

Bartolo Longo su consiglio del vescovo di Nola, iniziò il 9 maggio 1876 la costruzione del tempio che terminò nel 1887. Il quadro della Madonna, dopo essere stato restaurato, venne sistemato su un trono; l’immagine successivamente verrà anche incoronata con un diadema d’oro, composto da più di 700 pietre preziose, benedetto da papa Leone XII. (Rita Sberna)

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