Redazione (Lunedì, 03-02-2020, Gaudium Press) Papa Francesco celebrerà una messa a Bari il 23 febbraio alle 10.45, e sarà come un mini-Sinodo tra gli episcopati dei paesi affacciati sul Mare nostrum.
L’incontro di riflessione e spiritualità «Mediterraneo frontiera di pace» è promosso dalla Conferenza Episcopale italiana.
A rendere noto ciò è la Sala Stampa della Santa Sede, all’interno del Calendario delle Celebrazioni presiedute dal Papa nei mesi di gennaio e febbraio.
Il 1° febbraio il Papa ha celebrato in occasione della Giornata mondiale della vita consacrata, la messa nella Basilica di San Pietro alle ore 17, con i Membri degli Istituti di vita consacrata e della Società di vita apostolica.
L’incontro promosso dalla Cei, porterà a Bari oltre cento vescovi del Mediterraneo. Nei mesi scorsi, il Papa aveva dato il suo «placet» al cardinale Gualtiero Bassetti. Il Pontefice parteciperà ad una delle cinque giornate dell’evento che ha per titolo «Mediterraneo, frontiera di pace».
Il Papa torna per la seconda volta a Bari e per la terza volta in Puglia. Un anno e mezzo fa, riferisce Avvenire, il Papa aveva riunito nel capoluogo pugliese i capi delle Chiese e delle comunità cristiane del Medio Oriente. Un’iniziativa che, scrive Bassetti nella lettera d’invito ai presuli, «ha confermato un’idea che i vescovi italiani coltivavano da alcuni mesi, sulla scia di tradizionali e ben noti colloqui che si sono svolti nei Paesi costieri del nostro mare e in favore di esso».
I pastori dei tre continenti (Europa, Africa e Asia) saranno a Bari nel 2020 e a questi si aggiungerà il Pontefice, la sua visita è in programma domenica 23 febbraio, giornata in cui concluderà l’appuntamento assieme ai vescovi che rappresenteranno le conferenze episcopali e le Chiese di rito orientale in comunione con Roma delle nazioni affacciate sul grande «lago di Tiberiade», secondo la definizione che aveva dato Giorgio La Pira.
Questo è ciò che dice il cardinale Bassetti: «Sono convinto – chiarisce il cardinale Bassetti nella missiva ai confratelli – che, in forza della comunione ecclesiale e della nostra capacità di inculturazione, serva maturare quello sguardo incrociato e complessivo che spesso è assente nell’operato delle singole nazioni o all’interno delle organizzazioni internazionali». Intento della Chiesa è di superare l’indifferenza (e la bramosia) che l’Occidente ha verso l’area. «Quando attorno a noi cresce la tentazione delle posizione estreme – annota ancora il cardinale -, tornano decisive parole e segni che non alimentino l’odio e la violenza ma la riconciliazione e il dialogo».
(Rita Sberna)
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