Roma (Mercoledì, 05-12-2018, Gaudium Press) «Cercava la verità senza mezze misure, senza timidezze, senza false prudenze dettate dalla politica, anche quella ecclesiastica».
Cardinale Scola |
Queste sono le parole con cui il Cardinale Angelo Scola, arcivescovo emerito di Milano, ha definito la figura del card. Carlo Caffarra, durante la presentazione del volume postumo di Caffarra edito da Cantagalli dal titolo «Etica, famiglia e vita», presso il Pontificio Istituto teologico Giovanni Paolo II della Pontificia Università Lateranense, di cui Caffarra è stato fondatore e primo preside.
«Per don Carlo la sacra mentalità è condizione necessaria del matrimonio, derivante dall’intrinseco legame tra Cristo sposo e la Chiesa sposa». Scola ha fatto notare che per Caffarra era centrale «l’imprescindibile natura ecclesiale dei sette sacramenti come grandi mezzi di salvezza per i quali i fedeli, in qualunque condizione o stato, sono chiamati alla santità. Non si possono considerare il matrimonio, la famiglia, e le ferite del matrimonio, all’interno dell’ottica della famiglia divina, prescindendo dalla concezione sacramentale».
Per Scola, «Tradizione, Scrittura e magistero»sono i tre pilastri dell’insegnamento del cardinale scomparso, «animati dal desiderio di un dialogo costante con la società civile e l’autorità costituita».
Dopo la sua nomina episcopale a Ferrara e a Bologna – ha concluso l’Arcivescovo emerito di Milano – da molti è stato declassato a puro intellettuale e maltrattato come un arcigno conservatore, mentre aveva una straordinaria capacità di rapporto e uno straordinario amore per la Chiesa, che si esprimeva in una catechesi fondata su Gesù Cristo come contemporaneo di ogni uomo e ogni donna».
Al termine dell’incontro, l’Auditorium è stato dedicato al card. Caffarra.
Caffarra era nato sa Samboseto di Busseto, in provincia di Parma ed era stato anche vescovo di Ferrara e Comacchio per otto anni, dal 1995. Nominato cardinale da Papa Benedetto, aveva guidato la diocesi di Bologna dal 2003 al 2015, succedendo al cardinale Biffi. La città lo ricorda come un pastore determinato e integerrimo, capace però di dimostrare affetto e commozione.
Fondamentale nella sua vita l’incontro con Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione, e la profonda amicizia con don Divo Barsotti.
Fatto di rilievo nella sua vita fu una lettera che ricevette dalla veggente di Fatima, Suor Lucia dos Santos.
A raccontarla fu lo stesso Caffarra in un’intervista concessa a «La Voce di Padre Pio» nel marzo 2015.
Il porporato ebbe da Giovanni Paolo II l’incarico di ideare e fondare il Pontificio Istituto per Studi su Matrimonio e Famiglia: «All’inizio di questo lavoro – spiega Caffarra – ho scritto a suor Lucia di Fatima, attraverso il vescovo perché direttamente non si poteva fare. Inspiegabilmente, benché non mi attendessi una risposta, perché chiedevo solo preghiere, mi arrivò dopo pochi giorni una lunghissima lettera autografa – ora negli archivi dell’Istituto».
In quella lettera di Suor Lucia scrisse che lo scontro finale tra il Signore e il regno di Satana sarà sulla famiglia e sul matrimonio. «Non abbia paura, aggiungeva, perché chiunque lavora per la santità del matrimonio e della famiglia sarà sempre combattuto e avversato in tutti modi, perché questo è il punto decisivo».
Il Cardinale Scola con le sue parole ha ben commemorato questo grande uomo di Dio.
Informazioni tratte da: SIR
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