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Araldi del Vangelo dichiarano: Commissariamento non valido

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Redazione (Martedì, 22-10-2019, Gaudium Press) Reportage esclusivo alla Gaudium Press per fare chiarezza sul commissariamento, divulgato dalla Santa Sede, agli Araldi del Vangelo, i quali ,protagonisti dei titoli di prima pagina di alcune delle più famose Agenzie di stampa del mondo, rispondono alle calunnie.

Subito dopo la diffusione della notizia sul commissariamento degli Araldi del Vangelo, divulgata dalla Santa Sede, l’Associazione è stata inserita nei titoli di prima pagina di alcune delle più famose agenzie di stampa del mondo. Mentre alcuni organi hanno cercato di mettere a fuoco la situazione con professionalità, altri hanno preferito prestarsi – prima di accertarsi sulla realtà dei fatti – a veicolare versioni parziali o addirittura distorte, dei fatti in modo da denigrare, consapevolmente o inconsapevolmente, la buona reputazione dell’ente. Desiderando trovare la verità in mezzo a tutte le informazioni, anche contraddittorie, che sono circolate in questi ultimi giorni su Internet e sui social network, abbiamo realizzato un reportage esclusivo insieme alle autorità e ai membri degli Araldi del Vangelo, per appurare la loro versione dei fatti e presentarla al grande pubblico.

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Il portavoce punta sulla «persecuzione religiosa» con il «modello moderno»

Gli Araldi si rammaricano del fatto che alcune agenzie non abbiano seguito un codice etico del giornalismo, perché non hanno ascoltato la versione della parte lesa, dando adito a notizie distorte e infondate. Secondo Humberto Goedert (avvocato, brasiliano, 53 anni), portavoce dell’ente, «è evidente esserci un’organizzazione criminale dietro, guidata dall’odio personale e non interessata alla verità. Un’autentica persecuzione religiosa in pieno XXI secolo, dissimulata sotto i veli di false ideologie. Tutto questo ha causato danni irreparabili, non solo all’immagine degli Araldi, ma anche alla Chiesa stessa. È vergognoso!».

Inoltre, Goedert ha spiegato che il dipartimento stampa dell’istituzione – dopo aver indagato sulle varie affermazioni calunniose, cercando di risalire alle loro fonti – trova sempre alla fine lo stesso copione diffamatorio, riaggiustato e riadattato, con il solo cambiamento dei nomi delle persone coinvolte. Il portavoce asserisce di essere certo che la ragione per cui ciò accade, è che la vera motivazione, non è nei fatti, ma nell’odio; ha aggiunto: «Gli accusatori sono sempre gli stessi, cioè i disaffezionati dell’istituzione; si rifugiano nell’ombra di Internet e cercano di nascondere nell’anonimato il loro numero esiguo».

Secondo lo stesso, questo gruppetto di scontenti, tuttavia, è come un vaso vuoto, come dice il proverbio: fa solo rumore. Goedert rimanda a Cristo, perseguitato e condannato alla peggiore delle ignominie, ma – osserva, con un pizzico d’ ironia – Gesù è passato attraverso un giudizio, pur malvagio, dove almeno era chiamato con il proprio nome: «Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo?» (Mt 27,17). Infatti, il portavoce deplora il fatto che nemmeno questo sia stato concesso agli Araldi, visto che nel decreto emanato dalla Santa Sede siano stati trattati come una «associazione pubblica», il che non corrisponde alla realtà giuridica dell’ente .

Goedert si rammarica che ci siano stati «troppi soprusi e poco dialogo» nelle procedure cui l’istituzione è stata soggetta dal 2017. «Siamo sempre stati aperti al dialogo, un dialogo che, sfortunatamente, non sempre è stato reciproco. Chiediamo solo che sia rispettato il minimo di legalità nei procedimenti, perché anche nel processo ingiusto di Gesù è stato osservato un certo simulacro di procedura legale. Ma la giustizia degli scribi e dei farisei appartiene al passato: sembra addirittura che il modello moderno di processo ecclesiastico disponga di fatti, prove e argomenti», conclude l’avvocato.

Visita Apostolica positiva, ma con risultato sconosciuto

Come è stato già ampiamente riportato, ancor prima della comunicazione ufficiale attraverso i Commissari, gli Araldi del Vangelo sono stati oggetto di una Visita Apostolica, durante la quale – secondo la nota divulgata dall’ente- «nulla è stato trovato contro la morale, la sana dottrina o le leggi ecclesiastiche e civili». Goedert ricorda che, al termine della Visita, è stato inoltre consegnato un ricco dossier di risposte ai questionari posti, provenienti in parte dagli stessi maldicenti di sempre, facendo riferimento al comunicato stampa in cui afferma che «i Visitatori e la Santa Sede non hanno presentato osservazioni a questa risposta dell’Istituzione».
Il portavoce ha comunicato al nostro reportage lo stupore e lo sconforto di molti membri degli Araldi quando sono stati informati che, nonostante tutto, era stato dichiarato un Commissariamento, basato solo su ragioni generiche.

«Il Commissariamento non è valido», afferma il Presidente

Il 17 ottobre scorso, il Presidente degli Araldi del Vangelo, Felipe Eugenio Lecaros Concha (cileno, 60 anni), unitamente al suo Consiglio Generale, ha ricevuto la visita di Mons. Raymundo Damasceno Assis e Mons. José Aparecido Gonçalves de Almeida, rispettivamente nominati Commissario e ausiliare dell’ «Associazione Internazionale Privata Araldi del Vangelo». Il reportage ha avuto accesso al verbale della riunione. In essa il Presidente all’inizio ha rivolto le seguenti parole ai prelati:
» Vi rispettiamo come vescovi della Chiesa di nostro Signore Gesù Cristo, e come tali entrambi siete oggetto della nostra considerazione, ma dobbiamo dichiarare di non riconoscere Vostra Eminenza come «Commissario» dell’Associazione Privata di Fedeli Araldi del Vangelo, della quale io sono il Presidente legittimamente eletto».

Il Presidente degli Araldi del Vangelo spiega che il decreto che notifica il Commissariamento dell’Associazione è semplicemente non valido per i seguenti motivi:

1) Il decreto è destinato a una «Associazione Pubblica di Fedeli», quando gli Araldi del Vangelo sono una «Associazione Privata di Fedeli». La differenza di natura giuridica tra le due forme associative fa sì che non tocchi agli Araldi ricevere questo decreto, così come Fernando dos Santos non potrebbe rispondere in giudizio al posto di Antonio dos Santos, senza che ciò sia considerato un errore di persona.
2) Le associazioni private di fedeli, per loro natura, non sono passibili di commissariamento. Infatti, il Codice di Diritto Canonico prevede il Commissariamento solo per le associazioni pubbliche di fedeli (can. 318,1).
3) Data l’impossibilità di tale Commissariamento, il Presidente e il suo Consiglio considerano il caso chiuso.

Secondo quanto riportato nel verbale in questione, il pronunciamento si è basato su leggi ecclesiastiche e sostenuto da eminenti canonisti, come Luis Martinez Sistach, che nega la possibilità di un simile Commissariamento. Inoltre, esiste un precedente per il Dicastero dei Laici, della Famiglia e della Vita, che non ha permesso il commissariamento dell’Associazione Privata di Fedeli Parola Viva, dichiarando che «la nomina di un commissario (can. 318) è indicata nel diritto tra le misure previste solo per le associazioni pubbliche di fedeli (can. 312-320) e non possono essere applicate a un’associazione privata di fedeli. Pertanto, la nomina di un commissario in questo caso non è legittima».

In Portogallo, per esempio, il diritto civile ha recepito questo modo di intendere permettendo la vigilanza delle autorità competenti, ma non il Commissariamento.

Il Presidente allora al riguardo ha concluso: «Si tratta quindi di un decreto nullo. Non è una questione di volerlo accettare o meno; in realtà, esso non è nemmeno destinato a noi.

«Non c’è margine per un ricorso», dice il canonista

Il canonista che ha consigliato il Presidente degli Araldi durante la riunione, Prof. Dott. José Manoel Jiménez (professore, spagnolo, 67 anni), ha spiegato che l’Associazione non ha nemmeno la capacità di ricorrere contro il decreto, perché si tratta di un documento semplicemente inesistente (o infectus, nel linguaggio canonico).

Il Prof. Dott. Jiménez ha anche argomentato che non è stato rispettato nemmeno il canone 50, che prevede l’obbligo di sentire la parte lesa prima di procedere all’emissione di un decreto.

Sempre sul fatto che il documento confonde l’ente privato con un’associazione pubblica, il canonista spagnolo asserisce di essere rimasto stupito: «Questo è inspiegabile. È stato un errore o l’hanno fatto di proposito? Se è stato un errore, è qualcosa che sinceramente non può essere ammesso nella Curia romana. Ora, se è stato fatto di proposito, cosa si vuole ottenere con questo?»

Mons. Raymundo Damasceno e Mons. José Aparecido hanno concordano sul fatto che si tratti di una questione rilevante e che sarà portata da loro alla Santa Sede. Inoltre, hanno ribadito di non essere in possesso di nessun’altra informazione, oltre a quelle generiche contenute nel Decreto, per quanto riguarda le problematiche e le carenze da essere fornite dall’ente. Hanno inoltre dichiarato di non aver avuto accesso né alla relazione dei Visitatori né al dossier di risposte fornite dagli Araldi. Secondo Goedert, le autorità degli Araldi sono perplesse di fronte a questi fatti, e non sono in grado di spiegare ai loro simpatizzanti così tante singolarità nel processo.

Le due Società sono un caso a sé stante

Il reportage ha cercato anche i rappresentanti delle altre due entità che sono oggetto, insieme agli Araldi del Vangelo, del decreto di Commissariamento emesso dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.

Da un lato, la Società Clericale di Vita Apostolica Virgo Flos Carmeli riunisce i chierici che condividono lo stesso carisma degli Araldi del Vangelo, applicato alle specificità del ministero sacerdotale. In modo analogo la Società Regina Virginum lo è per la vita apostolica femminile.

Don Jorge María Storni (argentino, 77 anni), Superiore Generale di Virgo Flos Carmeli, e Suor Anina Morazzani (venezuelana, 51 anni), Superiora Generale di Regina Virginum, ci hanno rimandato ai comunicati ufficiali in cui le rispettive entità si sono pronunciate in merito al Commissariamento.

In essi si legge che » questo decreto è illegale perché contraddice espressamente le norme del Diritto Canonico, oltre a contenere gravi irregolarità «, tra le quali menzionano: il non essere motivato da gravi ed esplicite ragioni; il fatto di non aver sentito i membri della direzione dell’ente a proposito del risultato della Visita e delle ragioni del decreto, prima del Commissariamento; e il contenere gravi errori materiali, come la confusione nelle forme associative, o l’affermazione che Virgo Flos Carmeli e Regina Virginum fanno parte degli Araldi del Vangelo, quando sono istituzioni autonome.

Nei comunicati ci sono anche lamentele per la mancanza di trasparenza nella manipolazione delle informazioni da parte della Santa Sede, rilasciando alla stampa dati che sono stati tenuti nascosti alle stesse entità interessate.

Le Società, pur riconoscendo che, secondo la legislazione vigente, possono essere oggetto di un Commissariamento, poiché sono entità pubbliche della Chiesa, chiedono che i loro diritti, che ritengono siano stati violati nel processo in corso, siano rispettati e, soprattutto, che siano chiarite le ragioni gravi e concrete che li hanno motivati.

Altri quesiti

Secondo altri membri degli Araldi del Vangelo, contattati dal nostro reportage, molti enigmi sono ancora senza soluzione in relazione a questo e ad altri Commissariamenti.

Elizabeth Titonelli (brasiliana, 58 anni) è indignata: «Come spiegare che si cerchi di violare la legge, commissariando illegalmente gli Araldi, quando tante altre cose nella Chiesa sembrano essere semplicemente intoccabili, anche di fronte a tanti abusi di ordine dottrinale, morali e disciplinari?»

Guillermo Asurmendi (argentino, 60 anni), a sua volta, critica il recente comportamento di persone di grande visibilità nella Chiesa, che egli qualifica come » barbarie «, e che comunque non sono mai state punite; e conclude: «Richiama la nostra attenzione questa mancanza di equità, la gente rimane senza sapere cosa pensare. Sembra indicare che esistono, oltre a due pesi e due misure, intenzioni inconfessate. Tutto ciò che vogliamo è che i nostri diritti vengano rispettati, che ci sia almeno un po’ di proporzionalità e di rispetto della giustizia per il bene di tutti, compresa la credibilità delle istanze ecclesiastiche».

Anche Elizabete Astorino (sposata, brasiliana, 61 anni) ha detto di essere sorpresa per la confusione del decreto quanto alla competenza dei dicasteri del Vaticano. Ci ricorda che è contro la natura stessa delle associazioni laiche che i laici – senza voti, spesso sposati ed esercitando professioni secolari – siano trattati come religiosi: «Perché insistere nel collocarci sotto la tutela della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica? Non ha alcun senso!». Oltre a stupirsi delle tante incoerenze e scorrettezze, Elizabeth dice che anche altre coppie si chiedono come sarebbero le loro famiglie se, per assurdità, fossero tutte commissariate: «Per scherzo, ho chiesto a mio marito se la prossima volta che vogliamo cambiare auto avremo bisogno dell’approvazione del Commissario. Ma mio marito non ha dato importanza, ha riso e ha scrollato le spalle».

Il Dott. Jiménez garantisce che non sono state seguite nemmeno le prassi precedenti al Commissariamento. Secondo Goedert, alcuni indizi indicano che gli Araldi siano già stati pregiudicati a scopo distruttivo, e che esistono dati secondo cui già dal 2014 si cercava solo un pretesto per promuovere una Visita Apostolica, destinata necessariamente a sfociare in un Commissariamento, qualunque fosse il risultato. Il portavoce ritiene che la diffusione illegale di alcuni video, di qualche anno fa, il cui contenuto sarebbe stato manipolato fuori dal contesto, sia stata strumentalizzata per questo scopo.

Cercato dal nostro reportage, il Presidente degli Araldi, Felipe Lecaros, ha detto che esistono relazioni recenti di alcuni Araldi che indicano l’animosità di un certo porporato a proposito dell’Associazione. Secondo questi membri, ciò sta accadendo da molto tempo, mettendo in discussione la buona fede, la parzialità e la giusta intenzione sia della Visita sia del Commissariamento, e sostengono di aver trovato la mano di questo prelato nella campagna diffamatoria promossa contro l’Istituzione, iniziata nel periodo e nella città in cui lui si trovava. Lecaros, tuttavia, non ha voluto fornire ulteriori dettagli sulla cosa; ha solo detto che la questione è ancora sotto inchiesta e che l’entità si riserva il diritto di intraprendere qualsiasi azione legale volta a difendere la propria buona reputazione di fronte ai fedeli e alla società.

Un’altra fonte, che ha chiesto di rimanere anonima, dice di essere spaventata dal crescente malcontento che sta constatando, non solo tra gli Araldi, ma anche tra il pubblico in generale, riguardo alle prepotenze di cui sono stati oggetto gli Araldi. «Hanno davvero molta pazienza, ha visto?», esclama. «Anche troppa, almeno per ora. Ma noi ci stiamo organizzando; se loro non si difendono, lo faremo noi», afferma. Dice di essere scontenta dell’atteggiamento che le autorità della Chiesa stanno assumendo, e chiede: «Dopo tutto, cosa intendono fare con questo? E conclude: «Questo non va bene per la Chiesa, proprio adesso…».

Gli Araldi si chiedono: «Qual è il problema?»

Felipe Lecaros si rammarica della mancanza di dialogo nelle misure che si stanno prendendo contro un ente che si è sempre caratterizzato per la comunione ecclesiale: «Facciamo tutto il possibile per mantenere una buona intesa in tutte le diocesi in cui operiamo, e di questo sono prova le migliaia di lettere di sostegno, di felicitazioni e di gratitudine che abbiamo ricevuto da parroci, vescovi e perfino cardinali, che lodano il nostro apostolato». Ha spiegato che molte iniziative in corso degli Araldi, come la Rivista e il Fondo Misericordia, sono anche stati suggerimenti di prelati, accettati dall’Istituzione.

Così, insiste, sappiamo che le opposizioni provengono da una minoranza organizzata, e si chiede il perché di questa costante mancanza di trasparenza da parte dell’autorità ecclesiastica riguardante eventuali lamentele allegate contro un’istituzione dal comportamento esemplare?

Per quanto riguarda i motivi che sono attualmente addotti, Lecaros chiede: «Il governo e la vita dei membri è retta dai nostri Statuti, approvati del resto dalla Santa Sede; la qualità della formazione degli Araldi è qualcosa di universalmente riconosciuto, quindi potremmo proseguire con le altre accuse; allora, qual è il problema?

Goedert conferma che questa situazione «porta a chiederci che cosa abbiamo veramente di sbagliato». Tuttavia, preferisce evitare di rispondere: «Per il momento, abbiamo solo alcune ipotesi su cui non è ancora giunto il momento di pronunciarci», ha aggiunto.

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